La storia di una studentessa di 15 anni che frequenta una scuola superiore a Modena è stata segnata da messaggi minacciosi inviati tramite WhatsApp, così spaventosi da impedirle di tornare a scuola a causa della paura che ne è scaturita.
L’autrice di tali minacce è una compagna di classe della giovane, che si è “arrabbiata” perché la ragazza, per motivi di salute come spiegato dai genitori, era rimasta a casa il giorno di una verifica di gruppo, con il rischio che il team ottenesse un voto inferiore. Nonostante la banalità della situazione, questa ha scatenato tensioni e un’impasse che non si è ancora risolta.
L’episodio è avvenuto pochi giorni prima di Pasqua, ma dopo le vacanze la ragazza, ancora terrorizzata, ha deciso di non tornare più a scuola.
“Il giorno in questione, nostra figlia non stava bene a causa di una patologia che le causa dolori improvvisi, ed è rimasta a casa”, raccontano i genitori della ragazza. “Successivamente, sono iniziati i messaggi da parte della compagna di classe. Inizialmente sembrava un normale scambio tra le due ragazze, ma poi si è trasformato in un crescendo di insulti da parte dell’altra studentessa. Nostra figlia ci ha mostrato subito i messaggi: parole sempre più aggressive fino ad arrivare a vere e proprie forme di bullismo”.
con offese come ‘meriti di soffrire e di essere bullizzata’ e ‘se torni a scuola vedrai cosa ti succede’”, continuano i genitori. “I messaggi erano così cattivi da incutere un vero e proprio terrore nella nostra figlia. Da quel momento, ha deciso di non voler tornare più a scuola. Abbiamo cercato di rassicurarla, ma non siamo riusciti a convincerla. Aveva troppa paura. Non eravamo in grado di risolvere da soli questa situazione, quindi ci siamo rivolti alla neuropsichiatra e abbiamo subito informato l’insegnante di sostegno e la preside”.
“Le frasi erano pesanti erano con offese come ‘meriti di soffrire e di essere bullizzata’ e ‘se torni a scuola vedrai cosa ti succede’”, continuano i genitori. “I messaggi erano così cattivi da incutere un vero e proprio terrore nella nostra figlia. Da quel momento, ha deciso di non voler tornare più a scuola. Abbiamo cercato di rassicurarla, ma non siamo riusciti a convincerla. Aveva troppa paura. Non eravamo in grado di risolvere da soli questa situazione, quindi ci siamo rivolti alla neuropsichiatra e abbiamo subito informato l’insegnante di sostegno e la preside”.
I genitori della studentessa, oltre a contattare la scuola, hanno deciso di presentare denuncia presso i Carabinieri, fornendo loro dettagli sulle minacce ricevute dalla loro figlia. Hanno anche informato l’Ufficio Scolastico Regionale riguardo all’accaduto.
Nel frattempo, l’anno scolastico è giunto al termine e la ragazzina è stata promossa. Tuttavia, i genitori ritengono che la scuola non abbia fatto abbastanza per facilitare il ritorno in classe della loro figlia, nonostante le raccomandazioni della neuropsichiatra che aveva suggerito un graduale reinserimento.