Dalle indagini sul femminicidio di Giulia Tramontano emergono sempre più dettagli su come Alessandro Impagnatiello abbia continuato a tessere una rete di menzogne fino all’ultimo momento. Nonostante il cerchio si stesse chiudendo attorno a lui e fosse chiaro che l’arresto fosse imminente, ha persistito nel suo teatro di falsità. Ha continuato a scrivere alla compagna che aveva ucciso, che era incinta di sette mesi, su WhatsApp, implorandola di tornare. Ma Giulia era già morta e lui era l’unico a conoscere il luogo in cui aveva gettato il suo corpo, in un campo abbandonato a Senago.
Il 31 maggio, mentre si avvicinava il momento del suo arresto, Alessandro Impagnatiello ha continuato imperterrito nella sua recita, scrivendo “Tata, batti un colpo”. Tuttavia, quattro giorni prima, aveva ucciso Giulia perché lei aveva deciso di lasciarlo veramente dopo un confronto con l’amante che era andata a trovarlo sul posto di lavoro. Nel messaggio, Alessandro implorava Giulia di interrompere la storia e di farsi sentire, lamentando la presenza molesta dei giornalisti sotto casa sua e l’effetto che tutto ciò aveva sulla sua famiglia, facendo piangere sua madre.
Dalla chat tra Alessandro e Giulia emerge che già due giorni prima dell’omicidio, Giulia aveva preso la sua decisione di lasciarlo definitivamente. Scriveva: “Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta.” Giulia era determinata a porre fine alla relazione e cercava di mettere un punto definitivo alla situazione. Tuttavia, faceva presente che avrebbero continuato a condividere la stessa casa fino a quando fosse stato necessario, ma l’importante era che Alessandro si comportasse da buon padre. Giulia si concentrava su se stessa e sulla sua tranquillità. Attiva le notifiche sul Sito Web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la nostra pagina Facebook Pino Grazioli Giornalista.