Durante un’operazione di routine nei pressi della stazione della metropolitana Comasina a Milano, i vigili del fuoco hanno rinvenuto alcuni documenti appartenenti a Giulia Tramontano e persino il coltello con cui si presume che il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, l’abbia uccisa. Tuttavia, al momento, la notizia relativa al ritrovamento di un taglierino non è ancora stata confermata. L’incredibile scoperta è avvenuta all’interno di un tombino, gettando nuova luce su questo oscuro caso che ha tenuto l’opinione pubblica con il fiato sospeso. I documenti ritrovati includono la patente di guida della 29enne e una carta bancaria, che sembra essere un bancomat, piegata a metà. Questi oggetti potrebbero fornire importanti indizi sulle ultime attività e spostamenti di Giulia Tramontano prima della sua scomparsa.
L’attenzione mediatica si concentra ora sul coltello ritrovato, ritenuto essere l’arma del delitto. Secondo le autorità, Alessandro Impagnatiello, compagno di Giulia Tramontano, sarebbe coinvolto nella sua morte. La scoperta del coltello potrebbe fornire prove fondamentali per collegare il sospettato al crimine e gettare nuova luce sulle circostanze della sua morte.
Durante l’interrogatorio, Alessandro Impagnatiello, colpevole confessato dell’omicidio della giovane, ha affermato: “Nel momento in cui ho deciso di uccidere la mia compagna non c’era né ira né rabbia né desiderio di vendetta.” Inoltre, il barman ha indicato anche il luogo in cui era stata nascosta l’arma del delitto.
“L’arma è stata indicata, sequestrata e avremo tutte le informazioni pertinenti al riguardo”, ha dichiarato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, rappresentante legale della famiglia Tramontano. Si tratterebbe di un coltello che il trentenne, dopo aver commesso l’omicidio, avrebbe lavato e riposto in un ceppo portacoltelli sopra il frigorifero in cucina. Attiva le notifiche sul Sito Web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la nostra pagina Facebook Pino Grazioli Giornalista.