È passato un mese da quando Mia Kataleya Chiclio Alvarez, una bambina peruviana di 5 anni, è scomparsa nel primo pomeriggio del 10 giugno dal cortile dell’ex hotel Astor di Firenze, situato in via Maragliano, dove viveva con la sua famiglia e oltre un centinaio di altre persone che avevano occupato la struttura. Nonostante le ricerche e le indagini in corso, non sono emersi elementi che possano far luce sull’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze, la quale ha ipotizzato il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Nessuna traccia della piccola Kata, come viene chiamata affettuosamente dai familiari, è stata trovata fino ad ora, nonostante l’esame di tutti i filmati delle telecamere di videosorveglianza intorno all’ex albergo occupato e degli oltre 1.500 impianti presenti in città. Anche le oltre settanta persone che vivevano nell’ex albergo occupato sono state convocate dai carabinieri, che conducono le indagini, e a loro è stato prelevato il DNA, ma nessun elemento significativo è emerso da tali misure.
L’ultima immagine di Kata è stata registrata da una telecamera che punta sul lato di via Boccherini dell’edificio. La bambina esce inizialmente con alcuni bambini, tra cui suo fratello, ma poco dopo rientra (alle 15.01); successivamente, alle 15.13, viene ripresa mentre scende verso il cortile. Da quel momento inizia il mistero: la piccola sembra essere scomparsa nel nulla. Il giorno in cui Kata scompare, sua madre Kathrina Alvarez rientra nella sua stanza all’ex Astor alle 15.45, ma non va immediatamente a cercare la figlia nel cortile. La prima telefonata per chiedere aiuto viene fatta alle 18.41 e la denuncia di scomparsa viene formalizzata alle 20.30. Da quel momento inizia ufficialmente il caso. Il lunedì successivo, il padre della bambina, Miguel Angel Romero Chicllo, viene rilasciato dal carcere di Sollicciano, dove era detenuto da marzo per furto. Sia lui che sua moglie Kathrina vengono interrogati più volte dagli investigatori e la coppia si presenta volontariamente anche dai pubblici ministeri incaricati dell’indagine per fornire ulteriori dettagli.
Gli inquirenti stanno valutando diverse ipotesi riguardo alla sparizione: una vendetta nei confronti della famiglia legata alle attività illegali che si svolgevano nell’ex Astor per quanto riguarda il racket dei posti letto. Tuttavia, non si esclude nemmeno la pista della pedofilia. Si sta cercando anche la possibile via di fuga: potrebbe essere che chi ha rapito Kata sia passato dal retro della struttura.
Nel frattempo, i genitori non si arrendono. “Aiutateci a trovare nostra figlia, qualcuno l’ha portata via”, ripete incessantemente la madre. Questa sera, in occasione del primo mese dalla scomparsa, la comunità peruviana ha organizzato una nuova manifestazione di solidarietà per mantenere viva l’attenzione sul caso della sparizione di Kata. Gli stessi genitori chiedono di diffondere la foto della figlia anche all’estero. Attiva le notifiche sul sito web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la pagina Facebook Pino Grazioli News.