E’ stato un giovedì di sangue e violenza, quello appena trascorso, nella Casa circondariale di S. Maria Capua Vetere. Protagonista un detenuto straniero che ha dato improvvisamente in escandescenza, scagliandosi contro un Assistente di Polizia Penitenziaria. Ricostruisce i fatti Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Ieri, nel Reparto Danubio, un detenuto straniero ha proditoriamente e improvvisamente colpito alle spalle un Assistete di Polizia penitenziaria. Il poliziotto è poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari, anche se il tempestivo intervento di altri colleghi ha scongiurato peggiori conseguenze”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà al poliziotto di S. Maria Capua Vetere: “Io credo che la Polizia Penitenziaria di S. Maria Capua Vetere e della Campania tutta, che pure ha dimostrato grande professionalità, sprezzo del pericolo e alto senso del dovere, non debba essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per i ricatti di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere”.
“Il Sappe auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue situazioni di alta tensione e di aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, oramai all’ordine del giorno”. Capece si rivolge in particolare al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto.
Al Sottosegretario Ostellari, che ha la delega per i detenuti, rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.