Resta altissima la tensione nel carcere minorile di Nisida. E si prevede un’estate infuocata per il personale di Polizia penitenziaria se non vengono assunti quanti prima urgenti provvedimenti. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Coordinatore regionale per la Campania Federico Costigliola: “Nella serata di sabat,o un detenuto straniero, nel ricevere un diniego alla richiesta di alimenti in orario non consentito, si procurava dei tagli al corpo .
Il personale di Polizia Penitenziaria in servizio, nell’ entrare in cella per prestare soccorso al detenuto, veniva improvvisamente aggredito tanto che i due Agenti intervenuti sono dovuti ricorrere alle cure mediche del nosocomio più vicino riportando entrambi una prognosi di diversi giorni. Ciò che va inevitabilmente evidenziato é che nella serata di sabato, non era stata prevista la sorveglianza generale e a svolgere mansioni di preposto vi era un unità di Polizia Penitenziaria donna che , comprensibilmente, in una simile situazione, ha riscontrato non poche difficoltà di intervento”.
Ferma la denuncia di Costigliola: “É evidente che la gestione del personale di Polizia Penitenziaria operante nel carcere minorile di Nisida presenta notevoli lacune che gravano poi, di fatto, proprio sul personale in servizio oltre a creare condizioni che compromettono seriamente la sicurezza dell’ istituto stesso”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime il “plauso del SAPPE al personale dell’Istituto penale per minorenni di Nisida che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”.
E si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità Antonio Sangermano: “Al Capo Dipartimento Sangermano rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.