Sette ministri e un sottosegretario sono presenti. Nel mezzo di loro c’è Giorgia Meloni. Il governo ha optato per una linea dura contro la criminalità giovanile e si è presentato numeroso nella sala stampa di Palazzo Chigi per sostenere le restrizioni introdotte nel “decreto Caivano” dopo una lunga riunione del Consiglio dei ministri. Le misure includono pene fino a due anni di carcere per i genitori che non mandano i figli minori a scuola e l’arresto immediato per i giovani sorpresi a spacciare droga, anche in piccole quantità. Altre disposizioni prevedono un abbassamento della soglia di pena per l’applicazione della custodia cautelare da 9 a 6 anni e il sequestro dei cellulari per i giovani violenti disposto dal questore. Inoltre, è stato introdotto il carcere per i genitori che non inviano i figli a scuola e il Daspo urbano applicabile già dai 14 anni. Queste sono alcune delle misure del decreto Caivano, finalizzato a contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la criminalità minorile. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato in conferenza stampa che queste norme sono molto importanti e rappresentano un segno di impegno da parte dello Stato anche su questioni complesse e difficili da risolvere, in risposta agli eventi di cronaca che coinvolgono minori a Caivano.