Greta, 8 anni, ha subito danni neurologici gravi a causa di un parto prematuro e un’emorragia cerebrale. Nonostante la sua condizione, due commissioni mediche le hanno negato l’assegno di cura sia nel 2018 che nel 2019, ritenendo che non soddisfacesse i requisiti stabiliti dall’articolo 3, comma 2 del DM del 26/09/2016.
La madre di Greta, Serena, è esausta e arrabbiata a causa di questa situazione incredibile. La bambina non può camminare, né mangiare o bere da sola, ed è completamente dipendente dalla madre. Tuttavia, questo non è stato sufficiente per ottenere il beneficio economico. La madre racconta che l’ultima visita medica è durata solo cinque minuti e nessun medico ha toccato la bambina, ma ancora una volta è stata respinta.
Nonostante Greta abbia una tetraparesi spastica, sia ipertonica e non autosufficiente, non è stata riconosciuta come gravemente disabile. Anche il fatto che beneficia della Legge 104 comma 3, che copre i casi di disabilità grave, sembra non essere sufficiente. Greta ha una maestra di sostegno e assistenti per le comunicazioni e l’igiene sanitaria a scuola, ottenuti solo dopo un ricorso della famiglia.
L’articolo 3, comma 2 del DM del 26/09/2016 contempla la condizione di “ogni altra persona in condizione di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psico-fisiche.” Nonostante il fatto che Greta abbia bisogno di assistenza costante per svolgere ogni azione quotidiana, questa realtà sembra non essere compresa da tutti.