Il ministro della Difesa mette in guardia: «Sto pensando di annullare la festa delle Forze Armate che si tiene il 4 novembre, di non farla quest’anno, perché non penso sia giusto aumentare un fattore di rischio, non è una manifestazione normale. Perché devo rischiare di dare un palco ad un pazzo o una serie di pazzi che vogliono fare qualcosa di significativo? Io ho l’obbligo di pensare al peggio». La decisione non ancora ufficiale – resterebbero comunque in programma le celebrazioni al Milite Ignoto e quella a Cagliari, dove è prevista la presenza del presidente della Repubblica – è motivata dallo scenario preoccupante che il titolare della Difesa vede all’orizzonte, «l’orlo di un precipizio» se il conflitto si estendesse ad altri paesi. «Quello che può succedere nei prossimi giorni può avere un effetto molto forte dal punto di vista dell’influenza sulla comunità occidentale figurarsi sulla comunità araba o islamica» dice il ministro (che per motivi di sicurezza ha disposto il rientro dei 22 carabinieri che compongono il contingente italiano a Gerico, in Cisgiordania). In Francia le conseguenze si sono già materializzate con l’attentato omicida in un liceo di Arras, per l’Italia il Viminale parla di un «altissimo livello di attenzione» ma evita toni allarmistici. «Non ci sono rischi immediati» assicura il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.