Cambiano nuovamente le modalità per andare in pensione. Nel 2024 non ci sarà la tanto attesa riforma delle pensioni, ma ci saranno diverse nuove misure applicate. Vediamo cosa può cambiare nel sistema pensioni italiano dopo la manovra 2023.
PENSIONE ANTICIPATA NEL 2024
Per andare in pensione prima di aver compiuto 67 anni di età ci sono alcune misure già previste dalla legge Fornero. Vediamo in particolare cosa cambia dal 2024:
Contributi oltre i 40 anni. Per andare in pensione anticipata, secondo la Legge Fornero che resta in vigore, si devono avere versato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Da Quota 100 alla Nuova Quota 103. Un altro modo per andare in pensione anticipata era già previsto dalla legge Fornero con Quota 100. Ovvero si andava in pensione prima dei 67 anni se la somma tra l’età del lavoratore e il numero di anni di contributi era pari 100. Per esempio, 62 anni di età e 38 anni di contributi. Con la legge di bilancio 2022 Quota 100 era stata sostituita da Quota 102. Per esempio, 64 anni di età e 38 di contributi. Con la legge di bilancio 2023, Quota 102 era stata sostituita da Quota 103, in pratica 62 anni di età e 41 di contributi che avvicina il limite alla legge Fornero. Con la legge di bilancio 2024, Quota 103 verrà sostituita da una Nuova Quota 103, che inizialmente era stata definita Quota 104. In pratica, 62 anni di età e 41 di contributi sono la soglia minima della pensione anticipa, ma sono diventate più lunghe le cosiddette finestre mobili: 7 mesi per i lavoratori del settore privato e 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico. L’assegno è calcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, fino a un massimo di 2.250 euro.
Fondo per la flessibilità in uscita. Sostituisce il vecchio Ape sociale per pensione anticipata per i lavoratori deboli (disoccupati, disabili, caregiver che assistono parenti di primo grado, lavoratori di settori usuranti) e Opzione Donna previsto per le lavoratrici. In pratica, si può andare in pensione con 63 anni e 5 mesi di età, e almeno 30 anni di contributi che possono salire fino a 36 anni in base alla categoria lavorativa di appartenenza per i lavoratori deboli, mentre per le donne servono 61 anni di età e 35 anni di contributi (erano 58 anni nel 2022). C’è una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Isopensione o scivolo. Resta fino al 2026 la possibilità per i datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, di stipulare accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, per incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani a cui mancano al massimo 4 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata (67 anni di età o 41 anni e 10 mesi).
Assegno sociale. La Pensione sociale adesso diventa Assegno sociale per chi ha 67 anni ed è in difficoltà economica.
Pensione Minima. Chi va in pensione di vecchiaia, ma non ha versato abbastanza contributi per ottenere un assegno che consenta di vivere in maniera dignitosa avrà un contributo aggiuntivo da parte dell’INPS. Il minino previsto dal Governo Meloni è di 600 euro per gli over 75.