Nel futuro dell’ordinamento universitario italiano ci sarà l’osteopatia. Il governo ha introdotto questo nuovo corso di laurea con un decreto interministeriale che era stato pubblicato dai ministeri dell’Università e della Salute lo scorso 1°dicembre. È stato definito l’ordinamento didattico del corso, inserito nella classe delle lauree in professioni sanitarie della prevenzione. L’osteopatia non è però una pratica medica convenzionale, ma una terapia alternativa di carattere pseudoscientifico. Chi conseguirà il titolo accademico in osteopatia – prosegue la nota del governo -“potrà pianificare il trattamento selezionando approcci e tecniche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne, adeguate al paziente, eseguendole in sicurezza e nel rispetto della dignità e della sensibilità del paziente”. Non solo, il laureato in osteopatia “al fine di prevenire alterazioni dell’apparato muscolo scheletrico, promuove azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività; educa il paziente nelle abilità di autogestione dell’organismo e ne pianifica il percorso educativo anche in collaborazione con altri professionisti; a fine trattamento verifica le rispondenze tra metodologia attuata e gli obiettivi di recupero funzionale riabilitativo e psicosociale; reindirizza il paziente al medico inviante quando i sintomi persistono oltre i tempi previsti o peggiorano”.