Domenico Bervicato, il mandante dell’omicidio di Antonio Natale, ha preso una svolta sorprendente nella sua storia criminale. Il giovane, classe 2001, ha deciso di abbandonare il suo passato oscuro e di collaborare con le autorità. Il suo primo verbale, datato 8 gennaio 2024, segna una svolta significativa nella vicenda.
Bervicato era stato arrestato dai carabinieri nell’aprile del 2021 per l’omicidio del pusher Antonio Natale, il cui corpo fu ritrovato dopo alcuni giorni in piena campagna nella periferia di Caivano. Nonostante i suoi sforzi per sviare le indagini, il lavoro scrupoloso dei militari dell’Arma di Castello di Cisterna ha portato alla sua identificazione come presunto colpevole.
Il movente dietro l’omicidio sembra essere legato al furto di un borsone contenente armi e droga, che Natale avrebbe nascosto in un’abitazione di Orta di Atella. Bervicato avrebbe orchestrato una trappola mortale, fingendo di accompagnare Natale a Napoli per acquisti, ma invece lo avrebbe assassinato a colpi di pistola mentre l’auto era in movimento.
Nel corso delle sue testimonianze, Bervicato ha anche fatto luce sugli affari criminali del gruppo Angelino, clan attivo a Caivano. Il suo pentimento è stato seguito da quello di Raffaele Bervicato, esponente degli Angelino, che ha fornito dettagli sulle estorsioni condotte dal gruppo.
Il giornalista Pino Grazioli aveva inizialmente indicato Bervicato come l’assassino, e dopo averlo attaccato duramente il ragazzo si è pentito.
La decisione di Bervicato di collaborare con la giustizia segna una svolta significativa nel caso, portando alla luce dettagli cruciali e aprendo nuove piste investigative.