Il 12 gennaio di due anni fa, le tranquille acque di Torre del Greco furono testimoni di un evento tragico. In quella fredda giornata invernale, una bambina di soli due anni e mezzo venne lanciata in mare, perdendo la vita per mano dei suoi stessi genitori.
Adalgisa Gamba, la madre della piccola vittima, è ora di fronte alla Corte d’assise di Napoli, accusata di omicidio. Tuttavia, le recenti conclusioni raggiunte dai tre periti nominati dalla prima sezione penale della Corte aprono una nuova prospettiva sulla vicenda. Secondo i loro resoconti, la signora Gamba sarebbe stata affetta da una psicosi reattiva breve al momento dell’atto, una condizione mentale che avrebbe compromesso la sua capacità di intendere e volere.
Il documento medico redatto dai professori Giuseppe Sartori, Pietro Pietrini e Stefano Ferracuti sottolinea che la presenza di questa psicosi avrebbe distorto il giudizio della madre, portandola a compiere un gesto estremo che potrebbe essere stato considerato come un’epifenomeno del suo disturbo mentale. Inoltre, si ipotizza che tale condizione avrebbe potuto portare non solo all’omicidio della piccola, ma anche al suicidio della stessa imputata.
Queste conclusioni sollevano una serie di interrogativi sulla responsabilità penale di Adalgisa Gamba. Se la sua capacità di intendere e volere era compromessa dalla psicosi, fino a che punto può essere ritenuta moralmente responsabile per il suo atto? Questa perizia potrebbe aprire la strada a una possibile assoluzione dell’imputata, basata sull’incapacità di intendere e volere, e potrebbe anche portare alla sua scarcerazione.
La prossima udienza fissata per mercoledì sarà fondamentale per discutere e approfondire questi nuovi sviluppi. La giustizia dovrà bilanciare la ricerca di verità e giustizia con la comprensione delle condizioni mentali dell’imputata al momento dell’atto. Nel frattempo, la comunità di Torre del Greco e oltre continua a piangere la perdita di una giovane vita spezzata troppo presto, mentre cerca di comprendere le complesse sfide legate alla salute mentale e alla giustizia.