La storia di Liliana Segre è una testimonianza vivente di coraggio, resilienza e sopravvivenza. A 94 anni, questa senatrice a vita italiana, sopravvissuta all’Olocausto, si trova ancora una volta al centro dell’attenzione per le sue parole coraggiose e per il suo impegno costante nella lotta contro l’odio e l’antisemitismo.
Durante il convegno “Le vittime dell’odio” presso il Memoriale della Shoah di Milano, Segre ha condiviso con il pubblico le terribili minacce che ha ricevuto nel corso degli anni e la sua determinazione nel non lasciare che queste minacce la spaventino o la limitino. “Dico sempre che ho vissuto invano”, ha affermato Segre, ricordando i lunghi anni trascorsi a testimoniare nelle scuole ciò che è accaduto durante l’Olocausto. Eppure, nonostante il suo impegno e la sua dedizione, si ritrova ora costretta a fronteggiare l’odio ancora una volta.
Le parole di Segre sono un richiamo alla necessità di affrontare l’odio e l’antisemitismo con fermezza e determinazione. La sua proposta di curare gli “odiatori” attraverso un intervento medico è provocatoria, ma mette in luce la profonda malattia sociale rappresentata dall’odio irrazionale e dall’antisemitismo. “Sei malato”, ha dichiarato Segre in risposta alle minacce ricevute, sottolineando l’urgente necessità di affrontare questa malattia sociale con misure concrete.
Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha enfatizzato l’importanza di combattere l’antisemitismo in tutte le sue forme, evidenziando il pericoloso legame tra odio e terrorismo. L’aumento del 1000% delle segnalazioni di sentimenti d’odio rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato. L’antisemitismo, come ha sottolineato Piantedosi, non è solo un attacco agli ebrei, ma mina i fondamenti stessi della società democratica.