Teheran, 20 maggio 2024 – L’elicottero del presidente iraniano Ebrahim Raisi, disperso ieri in una regione montuosa a circa 60 chilometri da Teheran, è stato ritrovato schiantato. La conferma è arrivata dalla tv di Stato iraniana, che ha annunciato la morte del presidente Raisi e del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian nell’incidente. I funerali si terranno domani a Tabriz.
La scomparsa di Raisi rappresenta un duro colpo per il regime islamico iraniano. Maryam Rajavi, presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha definito l’evento “un colpo strategico monumentale e irreparabile per il leader supremo dei mullah, Ali Khamenei, e per l’intero regime, noto per le sue esecuzioni e massacri”. Rajavi ha sottolineato che questa tragedia potrebbe provocare una serie di crisi all’interno del governo e incoraggiare i giovani ribelli ad agire.
Il CNRI, una delle principali organizzazioni di opposizione al di fuori dell’Iran, accusa Raisi di aver giocato un ruolo chiave nell’esecuzione di migliaia di prigionieri dell’opposizione nel 1988, quando era sostituto procuratore di Teheran. Tra le vittime vi erano molti membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI o MEK), il braccio militante del CNRI. Il MEK, originariamente sostenitore dell’Ayatollah Khomeini durante la rivoluzione del 1979 che depose lo Scià, divenne rapidamente un gruppo di opposizione e fu ritenuto responsabile di una serie di attacchi mortali negli anni ’80.
In risposta alla crisi, il governo iraniano ha convocato una riunione urgente. La Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso il suo auspicio che “la futura leadership si impegni per la pace nella regione”.