A rendere nota la scoperta Tiziana Guacci, segretaria del SAPPE: “La droga poteva essere usata anche per traffici illeciti”
Ha tentato di portare della droga al convivente detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli, tra i più affollati d’Europa, ma l’attenzione, lo scrupolo e l’acume investigativo del personale di Polizia Penitenziaria ha scoperto l’illecito e la donna è stata fermata. Lo rende noto Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale è riuscito ancora una volta ad impedire l’introduzione di sostanze stupefacenti”, spiega. “Nella giornata di ieri una donna, convivente di un detenuto comune, ha tentato di introdurre un pacco al cui interno era ben occultato in un accappatoio un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. Il pacco, grazie ai meticolosi controlli del personale di polizia penitenziaria, è stato immediatamente intercettato”. Il Sappe “esprime il proprio compiacimento agli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, che ogni giorno assolvono con professionalità i propri compiti nonostante il sovraffollamento e la grave carenza di organico; basti pensare che quotidianamente presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale vengono svolti circa 350 colloqui in presenza e 100 videochiamate in un settore dove lavorano circa 23 poliziotti in meno rispetto al previsto”.
“I tentativi di introdurre droga in carcere continuano sempre – sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE – anche a causa dei tanti tossicodipendenti che popolano i penitenziari italiani, nonostante una normativa molto favorevole consentirebbe di adottare iniziative volte a far scontare la pena in strutture ad hoc, sia all’interno del carcere, per brevi periodi, sia all’esterno, nelle comunità”. Secondo Capece, «basterebbe avviare dei percorsi di recupero adeguati, ma sembra che il problema non interessi a nessuno, sia dal punto di vista del recupero, sia da quello della repressione del fenomeno, visto che è previsto dal 1995 l’istituzione e l’impiego delle unità cinofili del Corpo, ma sono ancora poche le regioni che ne sono dotate e, come avviene in Campania, il personale dei Nuclei cinofili è nettamente inferiori alle reali necessità operative». Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento delle Autorità deputate sulle continue criticità e problematiche del sistema, partendo dalle continua ed inaccettabili aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, oramai all’ordine del giorno”, ”, conclude il segretario generale del SAPPE, che nei giorni scorsi aveva incontrato a Roma il Ministero degli Affari esteri e vice Presidente del Consiglio dei Ministro Antonio Tajani proprio per rivendicare maggiore attenzione ai problemi delle carceri e dei poliziotti che vi prestano servizio..