Secondo l’analisi del neonato Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità, la qualità dell’acqua di rubinetto è elevata in tutto il Paese. Tutte le regioni hanno mostrato percentuali di conformità superiori al 95%, con livelli di eccellenza in Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. “Dai dati che abbiamo raccolto emerge che l’acqua potabile è sicura e controllata capillarmente nel tempo in tutto il Paese, conforme quasi nel 100% dei casi ai parametri di legge e con una gestione sicura delle non conformità”, ha dichiarato il presidente dell’Iss, Rocco Bellantone.
Per l’occasione, l’Iss ha reso disponibile un video e un sito dedicato con tutte le informazioni utili sull’acqua. Diversi falsi miti relativi all’acqua di rubinetto sono stati smontati: non è vero che non si può usare l’acqua di rubinetto per pappe e biberon, che non si conosca la provenienza dell’acqua di casa o che faccia venire i calcoli renali. Inoltre, gli impianti di trattamento non sono necessari per migliorare la qualità dell’acqua, che è già consumabile dall’uomo, ma per modificarne le proprietà organolettiche o per aggiungere anidride carbonica.
Tra le fake news smentite c’è anche quella secondo cui non si può chiedere l’acqua di rubinetto al ristorante o che possa essere servita acqua minerale in caraffa. In quest’ultimo caso, l’acqua minerale deve essere servita nelle apposite bottiglie chiuse, secondo la normativa. Se invece viene fornita acqua potabile trattata in caraffa, deve essere chiaramente indicato sul contenitore “acqua potabile trattata” o “acqua potabile trattata e gassata” se addizionata di anidride carbonica.