Il 9 agosto del 1945, tre giorni dopo il devastante attacco su Hiroshima, la città giapponese di Nagasaki fu colpita dalla seconda bomba atomica, denominata “Fat Man”. Lanciata alle 11:00 circa dall’equipaggio del Boeing B-29 Superfortress, questa bomba segnò un momento cruciale nella storia della Seconda Guerra Mondiale, contribuendo a portare il conflitto verso la sua conclusione.
Nagasaki, uno dei principali porti del Giappone e un centro industriale di grande importanza, fu scelto come obiettivo per la sua rilevanza strategica. La città ospitava numerose attività industriali legate alla produzione di munizioni, navi ed equipaggiamenti militari, rendendola un bersaglio di grande valore per le forze alleate.
L’esplosione causò la morte immediata di decine di migliaia di persone, con altrettante che persero la vita nei mesi successivi a causa delle ferite e delle radiazioni. Questo secondo attacco atomico, insieme a quello su Hiroshima, ebbe un impatto devastante sul Giappone, contribuendo alla decisione dell’Impero giapponese di arrendersi, evento che si verificò il 15 agosto 1945, segnando la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il bombardamento di Nagasaki, come quello di Hiroshima, continua a sollevare dibattiti etici e storici su temi come la necessità e la giustificazione dell’uso delle armi nucleari, nonché le loro conseguenze umane e ambientali.