Dalle cene a base di pesce ai pasti consegnati dal “portavitto”. Dai frutti di mari al ristorante alle cene frugali consumate in una cella. Infatti è stato arrestato, assieme ad un complice, dagli agenti della squadra mobile uno dei rapinatori accusato di aver accoltellato un turista americano in una rapina in piazza San Pasquale a Chiaia.
Secondo la questura, i due volevano portargli via la catenina d’oro, che gli agenti dell’Antirapina non sono riusciti a recuperare. C’era stata una reazione della vittima e una colluttazione violenta tra decine di ragazzi nel cuore della ‘movida’. Il turista era stato colpito con tre fendenti nella parte bassa del costato e a un fianco. Trasportato con una ambulanza in ospedale e ricoverato sotto osservazione. Gli investigatori hanno raccolto le dichiarazioni delle persone, che avevano soccorso il turista americano. Poco dopo hanno visionato le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza in piazza San Pasquale a Chiaia. È successo tutto lo scorso lunedì notte.
Probabilmente cambierà (o forse no) del tutto la vita di un ragazzo che ha scelto la strada della criminalità come proprio percorso di vita. Ora le serate al ristorante e i tempi spensierati saranno(forse) solo un bel ricordo. Un ricordo che però i suoi amici vogliono tenere vivo. A poche ore dal fermo, infatti, un amico dell’accoltellatore gli ha dedicato sui social frasi strappalacrime accompagnate da foto-ricordo. L’ennesimo atto di solidarietà nei confronti di chi commette un crimine mentre, molto spesso, chi quei crimini li subisce resta nell’oblio o, addirittura, viene deriso, umiliato e minacciato.
C’è ovviamente chi non è d’accordo con questa forma di celebrazione e solidarietà. “Gli dedicano frasi d’amore quando ha deciso di impugnare un coltello e rapinare un povero turista che era venuto per visitare la nostra splendida città, purtroppo rovinata da queste i scarti della società”- scrive un utente che ha segnalato la vicenda al deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “Non hanno alcuna dignità e pudore nel pubblicare certe cose.”.
“Quando un ragazzo viene arrestato per un crimine anche violento si spera sempre che possa ravvedersi, che possa decidere di cambiare vita. Ma se amici e familiari lo sostengono sempre e comunque, senza mettergli davanti i propri errori, senza spendere una parola per le vittime, come potrà mai avvenire quel mutamento tanto agognato? Se la cultura familiare non aiuta, deve intervenire la legge. Pene più dure e soprattutto certe e percorsi riabilitativi efficaci perché la galera non deve diventare una scuola di criminalità.
San Pasquale, così come tutte le zone della movida, sono una bolgia. Servono maggiori controlli negli orari serali fino a tarda notte. Certe aree vanno presidiate”- queste le parole di Borrelli.