A pochi giorni dalla tragica esplosione in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio a Ercolano, che ha spezzato la vita del giovane Samuel, 18 anni, e di altre due persone, emergono le testimonianze strazianti della sua compagna e della suocera. Intervistate ieri dal giornalista Pino Grazioli in una diretta live, le due donne hanno condiviso il loro dolore e l’appello per ottenere giustizia.
Samuel era al suo primo giorno di lavoro quando la fabbrica è stata teatro della deflagrazione fatale il 18 novembre. La suocera lo ha ricordato come “un ragazzo d’oro”, raccontando come lo avesse accolto nella sua casa e trattato come un figlio. Parole cariche di affetto e rimpianto per una giovane vita stroncata prematuramente in circostanze drammatiche.
La compagna di Samuel, ancora minorenne e madre della loro figlia neonata, non ha potuto mostrarsi in volto durante l’intervista, ma ha espresso con forza il suo desiderio di giustizia. “Voglio giustizia per Samuel, per il padre di mia figlia, e per le due gemelle morte insieme a lui. Nessuno dovrebbe morire così,” ha dichiarato, parlando di un dolore che solo il tempo e una giustizia equa potrebbero lenire.
Le due donne hanno raccontato di essere state bersaglio di critiche e commenti insensibili sui social, ma hanno respinto le accuse di voler cercare visibilità. “Non ci servono visualizzazioni, vogliamo solo che venga fatta giustizia,” hanno ribadito, puntando il dito contro chi ha permesso che una fabbrica abusiva continuasse a operare, mettendo a rischio vite umane.