Il governo italiano sta considerando l’adozione di un nuovo decreto legge volto a trasformare i centri per migranti situati in Albania, specificamente a Shengjin e Gjader, in Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR). Questa iniziativa mira a superare le recenti difficoltà legali che hanno impedito il trattenimento dei migranti in queste strutture.
Le strutture albanesi, inizialmente destinate all’accoglienza dei migranti, sono rimaste vuote a seguito di ripetute decisioni giudiziarie che hanno bocciato il trattenimento dei migranti al loro interno. Le Corti d’Appello italiane hanno infatti respinto le richieste di convalida dei trattenimenti, sollevando questioni sulla legittimità di tali misure.
Per superare questi ostacoli, l’esecutivo sta valutando la possibilità di elevare a norma primaria l’elenco dei paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti, che finora era regolato da un decreto interministeriale. Questa modifica consentirebbe di aggirare le obiezioni sollevate dalle autorità giudiziarie e di rendere operative le strutture in Albania come CPR.
Parallelamente, il governo sta esaminando l’introduzione del braccialetto elettronico per i migranti che arrivano in Italia e presentano richiesta di protezione internazionale. Questa misura avrebbe l’obiettivo di monitorare gli spostamenti dei richiedenti asilo durante l’esame delle loro domande, garantendo una maggiore sicurezza e controllo sul territorio nazionale.