Una storia di violenza e terrore quella vissuta da Gaia, giovane donna pestata brutalmente dall’ex compagno. Il suo volto tumefatto e la sua voce spezzata raccontano molto più di un’aggressione: sono il simbolo di un dramma che ancora oggi troppe donne vivono nel silenzio.
“Mi sono opposta, altrimenti mi avrebbe buttato dal belvedere”, ha dichiarato Gaia. La sua resistenza è stata l’unica arma per salvarsi. Un gesto di coraggio che però le è costato caro: è stata massacrata di botte, ridotta in una maschera di sangue.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli e il sindaco Antonio Sabino Della Ragione hanno espresso forte preoccupazione: “Uno solo è stato arrestato. Ma gli altri due aggressori? Dove sono?”
Domande pesanti che pongono un’ombra sulla gestione del caso e sul tema più ampio della protezione delle vittime. Il rischio, infatti, è che Gaia non resti solo una sopravvissuta, ma anche una dimenticata dal sistema.
Serve giustizia, ma soprattutto serve una presa di coscienza collettiva. Perché nessuna donna debba più scegliere se subire o rischiare la vita per salvarsi.