Non ce l’ha fatta Immacolata D’Anna, la 48enne rimasta gravemente ustionata nell’incendio divampato sabato 6 aprile nella sua abitazione di Acerra, nel Napoletano. Dopo quattro giorni di ricovero in condizioni critiche nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, la donna è deceduta. Nel rogo era morto anche il suo compagno, Miloud Bougatef, 49 anni, di origini nordafricane.
La dinamica dell’incendio resta al centro delle indagini della Procura di Nola, che ha aperto un fascicolo per chiarire le cause del tragico episodio. Secondo una prima ricostruzione, la donna, prima di essere intubata, avrebbe riferito ai soccorritori di essere stata aggredita dal compagno, che non avrebbe accettato la fine della loro relazione. L’uomo l’avrebbe cosparsa di liquido infiammabile per poi darle fuoco. Tentò la fuga, ma le gravi ustioni riportate su gran parte del corpo le sono state fatali.
L’incendio si è sviluppato in tarda serata nell’appartamento dove la coppia viveva insieme ai genitori di lei, che sono stati salvati dai vigili del fuoco e trovati sul balcone dell’abitazione, illesi. I quattro figli di Immacolata, nati da un precedente matrimonio, non si trovavano in casa al momento dei fatti. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno trasferito la donna d’urgenza al Cardarelli in condizioni gravissime.
Miloud Bougatef, invece, è stato trovato privo di vita all’interno dell’appartamento, il corpo completamente carbonizzato. Le sue esatte responsabilità, e se davvero sia stato l’autore del gesto denunciato dalla compagna prima di morire, saranno ora oggetto di ulteriori accertamenti.
Gli investigatori della Polizia Municipale di Acerra, incaricati dalla Procura, stanno lavorando per verificare la versione dei fatti fornita dalla vittima. L’inchiesta è ancora in fase preliminare e non si esclude alcuna ipotesi. Saranno fondamentali i rilievi tecnici nell’abitazione, le testimonianze di parenti e vicini, e i risultati dell’autopsia disposta su entrambi i corpi.
La morte di Immacolata D’Anna ha colpito profondamente la comunità acerrana. La donna era conosciuta per la sua dedizione alla famiglia e il suo impegno nella crescita dei figli. La possibilità che possa essere stata vittima di un femminicidio ha generato sgomento e richieste di giustizia.
Mentre le indagini proseguono, resta il dolore di quattro figli che hanno perso la madre in circostanze terribili. Un’altra tragedia che riporta al centro dell’attenzione l’urgenza di intervenire in modo concreto contro la violenza domestica, ancora troppo spesso sottovalutata.