In merito al servizio andato in onda ieri sera su Striscia la Notizia (Canale 5), a cura di Luca Abete, ritengo necessario fare chiarezza su quanto mostrato, a tutela della mia persona e della verità dei fatti.
1. Video datati e decontestualizzati
Il servizio trasmesso include filmati risalenti agli anni 2018 e 2019, presentati al pubblico in modo fuorviante e privi del contesto originario. È fondamentale precisare che, all’epoca di quei video, non ero ancora giornalista, ma svolgevo comunque attività documentaristica e di denuncia sotto testata, lavorando per TV locali.
2. Frasi tagliate e usate in modo strumentale
Nel montaggio trasmesso si sentono frasi come “vengo fino a casa tua” o “stanno arrivando”. Tuttavia, i video originali – in nostro possesso – dimostrano chiaramente che mi riferivo all’arrivo della Polizia, con cui collaboravo per denunciare persone che mi avevano minacciato sotto casa e per strada, mettendo a rischio anche la sicurezza dei miei figli.
3. Tutti i video originali sono disponibili
Abbiamo in archivio tutti i filmati completi e integrali del 2018 e 2019, che dimostrano la reale dinamica dei fatti. Quei video sono stati manipolati e tagliati nel servizio televisivo, con il chiaro intento di screditare il mio operato.
4. Denunce, indagini e legalità
Oggi, da giornalista regolarmente iscritto, mi trovo ad affrontare gravi attacchi personali e mediatici. Ho già sporto 14 denunce nei confronti di soggetti che hanno minacciato me e la mia famiglia, o che sono coinvolti in attività illecite. Il mio impegno resta fermo e costante nella difesa della legalità.
5. Chiarezza su “Napolitano Store”
Nel servizio si fa riferimento anche al “Napolitano Store”: tengo a precisare che la mia presenza sul posto era puramente casuale, un semplice saluto personale, non legato ad alcuna attività giornalistica o investigativa.
6. Strumentalizzazione mediatica inaccettabile
Ritengo estremamente grave che si utilizzi materiale vecchio e decontestualizzato, risalente a quando non ero ancora giornalista, per costruire un’immagine distorta della mia figura. Questo non è giornalismo: è disinformazione.
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All’attenzione dell’Ordine dei Giornalisti
Invito l’Ordine a valutare con attenzione quanto accaduto, poiché il servizio andato in onda costituisce un pericoloso precedente in cui si attacca pubblicamente un collega, utilizzando materiale estraneo al suo percorso professionale e privo di contesto reale. Difendere la dignità del giornalismo significa anche tutelare chi lavora onestamente per la verità, ogni giorno.
Sono pronto a tutelare la mia immagine e il mio lavoro in tutte le sedi opportune.
Giuseppe Somma Grazioli