Un abbraccio collettivo e carico di emozione ha circondato Pino e Anna, i genitori di Mario Paciolla, il cooperante italiano trovato morto nel 2020 in Colombia in circostanze ancora oggi al centro di dubbi e interrogativi. L’iniziativa pubblica, che ha visto la partecipazione di cittadini, associazioni, esponenti politici, giornalisti e rappresentanti istituzionali, è stata un momento di memoria, ma soprattutto di richiesta di verità e giustizia.
Durante l’evento è stata proiettata l’inchiesta giornalistica di Antonio Musella, che ha ricostruito in modo dettagliato la vicenda e presentato una serie di testimonianze che contrastano apertamente con la versione ufficiale della morte per suicidio. Il lavoro di Musella ha contribuito a rimettere al centro l’attenzione su un caso che, per molti, presenta ancora numerose zone d’ombra.
Dalla politica è arrivato un sostegno trasversale alla richiesta di chiarezza. Diverse figure istituzionali hanno ribadito la necessità di fare piena luce sui fatti che portarono alla morte del giovane cooperante, sottolineando la responsabilità delle istituzioni italiane e internazionali, compresa l’ONU, per cui Mario lavorava al momento della sua scomparsa. Tra le ipotesi emerse, quella che Mario possa essere entrato in possesso di informazioni scomode durante la sua attività in Colombia, elemento che alimenta ulteriormente i sospetti attorno alla versione ufficiale.
I genitori del cooperante, da anni impegnati in una battaglia civile per la verità, sono stati accolti con una lunga standing ovation. Un momento di forte impatto emotivo, che ha preceduto gli interventi e il confronto con il pubblico. Numerosi i messaggi di solidarietà e affetto ricevuti, espressione di una comunità che continua a sentirsi partecipe del dolore e della lotta della famiglia Paciolla.
Al termine della serata, è emersa con forza la determinazione di proseguire nel cammino per ottenere giustizia. La figura di Mario, giovane idealista con una forte vocazione all’impegno sociale, è stata ricordata come esempio di dedizione agli altri e di amore per la verità. Un amore che, attraverso le testimonianze raccolte e il sostegno ricevuto, continua a vivere nella memoria collettiva di chi non vuole arrendersi all’oblio.