Emergono nuovi e importanti dettagli sull’esplosione avvenuta nei giorni scorsi in via Eduardo De Filippo, che ha provocato il crollo parziale di un edificio e la morte di Giovanni Scala, fratello della chef del ristorante “Da Corrado”. Inizialmente si era ipotizzato che la deflagrazione fosse partita dal laboratorio del ristorante, situato al piano terra. Ma le indagini, ancora in corso, puntano ora al primo piano come possibile punto d’origine della fuga di gas.
La Procura di Napoli, con il procuratore aggiunto Antonio Ricci e il sostituto Federica D’Amodio, ha aperto un fascicolo contro ignoti, delegando le indagini alla Squadra Mobile della Questura. A fornire elementi utili sono stati i rilievi della Polizia Scientifica e gli accertamenti dei vigili del fuoco, coordinati sul posto dal comandante Giuseppe Paduano.
Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, l’esplosione potrebbe essersi originata al primo piano, provocando poi il cedimento del pavimento e il successivo crollo sul laboratorio sottostante. A rafforzare questa tesi è un dettaglio drammatico: la donna rimasta ferita, e ora ricoverata all’Ospedale del Mare, si trovava proprio al primo piano. L’onda d’urto l’avrebbe sbalzata fuori dalla finestra, a testimonianza della potenza della deflagrazione e del punto in cui potrebbe essersi verificata.
Fin da subito i familiari della vittima e i gestori del ristorante hanno escluso la presenza di bombole nel laboratorio di “Da Corrado”. A confermarlo è stato Pietro Scala, nipote dei fondatori: “Nel laboratorio arrivava il gas cittadino con un normale contratto. Sono tutte cavolate. Non c’erano bombole al suo interno”.
Anche il comandante Paduano ha spiegato che “una sola bombola è stata trovata nel deposito, ma potrebbe essere precipitata da un altro piano durante il crollo. Qui c’è anche un attacco del metano: sarà la magistratura a chiarire l’origine esatta della fuga di gas.”
Il crollo dell’edificio ha reso inagibili diverse abitazioni, costringendo 20 famiglie ad abbandonare le proprie case. Gli sfollati potranno recuperare i propri effetti personali con l’assistenza dei vigili del fuoco, ma non è ancora noto quando potranno rientrare in sicurezza. Intanto la zona resta presidiata per motivi di sicurezza, mentre proseguono le verifiche statiche sull’intera struttura.
L’esplosione ha lasciato una ferita profonda nel quartiere e ha aperto numerosi interrogativi. Gli inquirenti sono al lavoro per stabilire con certezza cause, responsabilità e dinamica di un evento che ha sconvolto una comunità e portato via una vita.