Sciopero della fame, sottoposti a misura cautelare agli arresti domiciliari, per due uomini che hanno dedicato parte della loro vita ad aiutare le donne vittime di violenza.
Daniele Esposito e Jonas Pozzi, posti agli arresti domiciliari per presunte accuse legate a contenuti pubblicati sul social network TikTok. I due uomini sostengono di essere stati ingiustamente accusati di svariate accuse senza alcuna prova, tra le accuse ci sono: il possesso abusivo di armi da fuoco, appartenenza con clan camorristici citando il nome di Gennaro Panzuto etichettandolo come persona pericolosa mentre invece risulta essere uno stimatissimo collaboratore di giustizia, e tutta una serie di accuse false che non trovano alcun riscontro da parte dei militari (CARABINIERI DI CORTONA AR) che hanno eseguito le perquisizioni presso il domicilio degli indagati, accuse infondate anche per trarne vantaggio per il denunciante che attualmente lo vede indagato per il reato di violenza sessuale nei confronti della cognata M.C. dove sia Esposito D, che Pozzi J. sono stati escussi al sit a seguito della denuncia della donna, sperando che con tali accuse possa essere messa in dubbio la credibilità degli indagati.
Secondo quanto riportato, i due sarebbero stati accusati del reato di stalking e avrebbero minacciato un uomo già denunciato da Esposito il 7 aprile 2025 presso i carabinieri di Cortona (AR) per il reato 612 bis c.c.p. per aver subito da parte dello stesso svariati atti intimidatori e minacce anche presso la propria abitazione commissionando terze persone. Inoltre pubblicava da diversi mesi video dove minacciava palesemente di morte l’Esposito, il quale ha subito un attentato presso la sua abitazione, costretto successivamente ad istallare un sistema di videosorveglianza con collegamento diretto con le forze dellordine. Il denunciante è indagato per il reato di violenza sessuale art.609 c.c.p, come si evince dall’ordinanza notificata sia all’Esposito che al Pozzi, ma gli stessi sostengono che le loro azioni fossero volte a denunciare sia le azioni subite da chi oggi li accusa, e sia gli abusi subiti da una donna che risulta essere la cognata del denunciante M.C. La loro difesa afferma che non esistono video dove si configura il reato contestato ne tanto meno video indirizzati al denunciante.
Il tribunale di Aversa ha rifiutato l’istanza di scarcerazione dei due indagati, che hanno deciso contestualmente di iniziare lo sciopero della fame ad oltranza, per protestare contro la loro ingiusta detenzione. Supportati dal fatto che anche la loro difesa sostiene che le accuse sono infondate e che le prove raccolte non supportano le accuse.
Una misura così afflittiva (peraltro emessa in un quadro probatorio quasi inesistente) è oltremodo gravosa in quanto non permette a un soggetto con prole di lavorare e addirittura di perdere il posto di lavoro essendo la stessa senza indicazione di tempo, per assurdo potrebbe perdurare per mesi.
Il caso è attualmente al vaglio delle autorità competenti che stanno indagando.
La situazione rimane tesa e i sostenitori dei due uomini stanno seguendo da vicino gli sviluppi del caso.








