Il 13 novembre 2009, Salvatore Barbaro fu ucciso in via Mare ad Ercolano, in provincia di Napoli. Salvatore fu scambiato per un affiliato di un clan e il killer lo uccise a sangue freddo. La sua unica colpa fu quella di stare un’auto uguale a quella dell’obiettivo reale degli assassini della camorra.
«Salvatore era un figlio di Ercolano che ha avuto il coraggio e la forza di non cadere nelle grinfie della criminalità», ha detto il presidente dell’associazione antiracket FAI di Ercolano, Pasquale Del Prete. «È un esempio per tutti noi perché ha combattuto quelle forze del male e con il suo lavoro ha cercato un posto nella società. Questo posto, come accaduto per altre vittime innocenti, gli è stato precluso molto presto. Ma noi, con la memoria, vogliamo fare in modo che possa esserci una riscossa generale di tutta la società».
«Ricordare Salvatore Barbaro – ha aggiunto il sindaco, Ciro Buonajuto – è anche un modo per ricordare ai più giovani che ad Ercolano vi era un passato fatto di camorra e droga, una spirale dalla quale era difficile uscire e molto semplice entrare. E a quel passato vogliamo rispondere con un presente e un futuro fatto di legalità, turismo e bellezza».
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