Picchiata per aver chiesto di essere pagata per il lavoro svolto.
Una ragazza di 25 anni di origine nigeriana è stata aggredita con calci, schiaffi e minacce dal suo ex datore di lavoro, titolare di un ristorante di Soverato, in provincia di Catanzaro.
La donna, madre di una bambina di 4 anni, lavorava come lavapiatti in un ristorante di un lido, tuttavia dopo una settimana di lavoro, a causa dei turni di lavoro estenuanti e massacranti, aveva deciso di non prestare più servizio.
Recatasi dal titolare per chiedere che le venisse retribuita la settimana di lavoro svolto, quest’ultimo le ha dapprima negato i soldi che le spettavano e poi è passato alle minacce e all’aggressione fisica.
La scena è stata ripresa dalla stessa venticinquenne grazie ad un cellulare e l’episodio è stato poi raccontato ai carabinieri che hanno avviato le opportune indagini. Sembra tuttavia che la donna non abbia sporto denuncia.
A sua volta, anche il titolare del ristorante si sarebbe recato dai carabinieri per raccontare la propria versione dei fatti.
Sull’episodio è intervenuta la Fipe-Confcommercio, ovvero la Federazione Italiana dei pubblici esercizi che si costituirà parte civile nei confronti del gestore nell’eventualità in cui dalle indagini verrà confermata la versione della 25enne.
Ecco la nota della Fipe-Confcommercio:
“Si tratta certamente di un gesto simbolico di solidarietà verso una donna lesa nella sua dignità personale, ma vuole essere anche un modo per tutelare la reputazione e l’immagine di un’intera categoria, che crede nel valore del lavoro, nell’equa retribuzione dei propri collaboratori e nella valorizzazione delle competenze e delle qualità dei propri dipendenti, come professionisti e come persone”.