Installate in casa, o in ufficio per questioni di sicurezza, le telecamere di sorveglianza potrebbero rivelarsi più pericolose di quanto immaginiamo dal punto di vista della riservatezza e della privacy. Sarebbero numerosissimi i video e le immagini estrapolate dai dispositivi a finire sul web senza il nostro consenso.
A lanciare l’allarme sono Le Iene, che in un loro recente servizio mostrano una realtà agghiacciante. È bene sottolineare che il fenomeno non riguarda tutti i dispositivi di sicurezza installati, ma il rischio, purtroppo, potrebbe esserci. Centinaia di immagini, dal quotidiano fino all’intimo vero e proprio, possono finire in rete senza che le persone riprese ne siano a conoscenza.
La Iena Matteo Viviani mostra una verità sconvolgente: tantissime le immagini pubblicate sui social, in particolar modo Telegram. L’occhio della telecamera di sorveglianza, installata nelle case al fine di garantire una maggiore sicurezza, riprende tutto. E sul web girano immagini di donne nude o seminude che, del tutto inconsapevoli, si spogliano nelle loro cabine armadio. Ci sono coppie che consumano un atto sessuale nell’intimità della loro camera da letto. Se poi lasciamo le abitazioni e ci spostiamo negli uffici o negli esercizi aperti al pubblico troviamo altro: immagini che arrivano dai camerini in cui i clienti si spogliano, donne dall’estetista, incontri privati. Le possibilità sono infinite.
Si tratta di momenti intimi rubati alle persone, condivisi senza alcuna autorizzazione. Immagini che vengono viste da estranei, e condivise centinaia, se non migliaia di volte. Una realtà inquietante che Matteo Viviani mostra al pubblico con la sua inchiesta scioccante.
A sottoporre la questione alle Iene è stato un utente di Telegram che, accortosi di quanto stava accadendo, ha denunciato il sistema.
Anche i messaggi che accompagnano le immagini illecitamente condivise lasciano basiti. “Intanto metto la foto, poi guardo nelle registrazioni cosa fa e se vale metto il video”, si legge in una chat. Oppure: “Per quelli a cui piacciono mature e in carne”. Insomma, la vita privata trattata come mera merce. Tutto avviene grazie a normalissime telecamere che possono essere acquistate nei negozi e installate in casa a scopo personale.
I video rubati vengono postati a cadenza quotidiana. C’è quasi una gara a chi ha il filmato più spinto. Un sospetto che viene è che magari alcune delle persone riprese possano aver volutamente condiviso sprazzi intimi della loro vita privata. Ma la tesi regge poco. “Se lo sai, magari uno sguardo alla telecamera lo dai, o magari alcune cose cerchi di nasconderle”, è la spiegazione del ragazzo che ha denunciato il fenomeno. “Si vede che sono persone convinte di essere lontane da occhi indiscreti”.
Per capire fino a che punto arrivi la follia di chi fa girare certe immagini riservate, basti pensare che fra i video ce ne sono anche alcuni che arrivano dagli studi medici, o dalle sale operatorie.
Le immagini, spiega il ragazzo, provengono da “gruppi internazionali, dove c’erano russi e arabi”. “Poi ho visto che avevano creato un gruppo dove condividevano solo le telecamere italiane”, aggiunge. “Potevi chiedere l’invito… poi hanno visto che io non condividevo, e mi hanno buttato fuori”. Per stare nel gruppo, bisogna anche condividere. Non è possibile assistere e basta.
Vengono, in sostanza, condivisi dei link a delle telecamere pubblicamente visibili, spiega un esperto a Viviani. Il link consente di andare a vedere che cosa sta riprendendo la telecamera a esso collegata. Sono qr code che devono essere letti da una applicazione e che poi rimandano al video. Una procedura semplicissima: basta un clic ed è possibile spiare un’ignara persona all’interno della sua abitazione.
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