La Corte europea dei Diritti dell‘uomo (Cedu) di Strasburgo ha stabilito che la Santa Sede non può essere chiamata in giudizio per i casi di abusi sessuali commessi dai sacerdoti nei vari Paesi. La decisione è stata presa oggi (12 ottobre) in seguito alla presentazione di 24 querele da parte di persone che avevano citato in giudizio il Vaticano dinanzi ai tribunali belgi per atti di pedofilia commessi da preti cattolici. Questa sentenza arriva in un momento di grande tensione per la Chiesa, a causa dell‘emergere di numerosi casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti e della negligenza delle autorità ecclesiastiche. In Francia, ad esempio, un Report indipendente ha stimato in 216mila il numero delle persone vittime di sacerdoti o di religiosi a partire dagli anni ‘50. La sentenza della Cedu ha quindi evitato al Vaticano di dover affrontare accuse che, se portate in tribunale, avrebbero potuto comportare l‘esborso di somme risarcitorie ingenti.
La Corte Europea dei Diritti dell‘Uomo (Cedu) ha emesso una sentenza in cui ha riconosciuto l‘immunità giurisdizionale della Santa Sede. La sentenza è stata emessa in seguito a un ricorso presentato da tre cittadini di nazionalità belga, francese e olandese, che avevano presentato una denuncia contro la Santa Sede presso i tribunali belgi. Tuttavia, i tribunali belgi avevano respinto la denuncia invocando l‘immunità giurisdizionale della Santa Sede. La Cedu ha quindi confermato la decisione dei tribunali belgi, riconoscendo l‘immunità della Santa Sede in base ai principi di diritto internazionale. Questa non è la prima volta che la Cedu si esprime su questo tema. Negli anni passati, anche i tribunali degli Stati Uniti si sono espressi in modo analogo su denunce simili rivolte al Vaticano e persino al Papa da parte di vittime di preti pedofili.
Fonte; La Repubblica