Nuovi dettagli emergono nella storia di Adamo Guerra, il 57enne di Lugo (Ravenna) che nel 2013 simulò il suicidio per poi iniziare una nuova vita in Grecia, a Patrasso. Recentemente, Guerra ha contattato la sua famiglia attraverso una telefonata. Suo figlia, Carlotta, ha descritto questa conversazione come fredda e ha affermato che Adamo sembrava trattare l’intera situazione con indifferenza. Ha detto: “Continuava a dire ‘sì hai ragione, ho sbagliato’, come se io stessi raccontando che ho dimenticato il tuo compleanno, non che ho abbandonato una moglie e due figli”.
Durante la chiamata, la moglie di Adamo, Raffaella Borghi, ha cercato spiegazioni riguardo alle tre lettere d’addio che l’uomo aveva lasciato in cui minacciava di compiere un gesto estremo. Ha detto a Guerra: “Potevi andartene, nessuno ti avrebbe costretto a restare”.
La vicenda approderà in Tribunale a Ravenna nel gennaio del 2024, quando il 57enne Adamo Guerra dovrà rispondere dell’accusa di violazione degli obblighi di assistenza familiare. L’accusa deriva dal fatto che ha abbandonato il domicilio domestico, eludendo i doveri legati alla responsabilità genitoriale e al ruolo di coniuge, lasciando senza mezzi la moglie Raffaella Borghi e le loro due figlie. La citazione a giudizio è il risultato dell’indagine condotta dalla Procura di Ravenna a seguito della querela presentata da Raffaella Borghi nel settembre 2016 presso i carabinieri di Imola (Bologna). Questa denuncia riguardava l’ex marito scomparso, che era stato rintracciato in Grecia e accusato di non aver provveduto al sostentamento familiare. La moglie e le figlie intendono costituirsi parte civile nel processo.