Durante l’udienza di convalida del fermo, tenutasi nel carcere di Poggioreale, il giovane ha raccontato di aver colpito Martina con una pietra alla testa, dopo che lei aveva rifiutato un suo abbraccio. “Ha cercato di abbracciarla, lei ha detto no, e lui l’ha colpita mentre era di spalle”, ha spiegato l’avvocato difensore Mario Mangazzo.
Il 18enne avrebbe inferto tre colpi con la stessa pietra. Resosi conto che Martina non respirava più, l’avrebbe nascosta in un armadio, coprendola con alcuni arredi trovati nel locale. Un gesto tragico e improvviso, scaturito da un raptus di gelosia e rabbia, come definito dallo stesso Tucci.
Il ragazzo, detenuto in una zona protetta del carcere, ha mostrato segni di pentimento, manifestando difficoltà a gestire la situazione. Il suo avvocato ha chiesto un trasferimento in una struttura più sicura, lontana dalla città e dai rischi legati alla vicinanza ai familiari della vittima.
Tucci ha chiesto scusa alle famiglie, dichiarando di essere sopraffatto dal dolore e dall’angoscia per quanto accaduto. La Procura contesta l’omicidio volontario aggravato da futili motivi e dalla minore età della vittima. La decisione del gip sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare è attesa a breve.