Alfredo è ricoverato all’Ospedale Cardarelli di Napoli in coma farmacologico. La sua prognosi è riservata, è intubato con un polmone perforato, con una frattura del bacino e altre fratture alle gambe.
Giovedì sera Pino Grazioli è stato a casa dei genitori ai Camaldoli a Napoli. La madre e il padre sono letteralmente distrutti dal dolore. Ci hanno raccontato la storia di Alfredo, 16 anni di pura sofferenza. L’Inps ha riconosciuto ad Alfredo il 100% di invalidità. Dalla nascita è affetto da neurofibromatosi, ovvero nel suo organismo c’è una predisposizione alla formazione di tumori. Già ha subito due operazioni, una dietro la testa e un’altra su un fianco. Soprattutto il primo intervento, secondi i genitori, ha lasciato dei segni sia fisici che psichici. Infatti i medici che lo hanno seguito hanno riscontrato anche un disturbo psicoaffettivo.
Ma perché Alfredo era in casa famiglia? Dopo una disposizione dei servizi sociali dell’ottava municipalità di Napoli. In pratica i genitori sono stati accusati di non sottoporre il figlio a delle visite obbligatorie. Ma il padre ci ha raccontato che questa visita non fu fatta perché lui, il padre, accusò una crisi epilettica, a suo dire documentata e quindi furono impossibilitati nel portare fisicamente il figlio a sottoporsi a questa visita.
Lungi da noi sollevare dubbi sull’operato dei servizi sociali, però ci domandiamo se sia stato opportuno assegnare una ragazzino con il quadro clinico di Alfredo ad una casa famiglia e se non poteva essere più opportuno per le sue condizioni una struttura sanitaria idonea.
Inoltre i genitori ci hanno raccontato in diretta che il figlio non era contento di come veniva trattata all’interno della casa famiglia di Acerra. Poi c’è stata la drammatica telefonata con il padre dove Alfredo ha detto che “era meglio morire che vivere in quella casa“.
Altri legittimi dubbi sono stati sollevati dai genitori per quanto riguarda l’accaduto di mercoledì sera. Dalla struttura pare abbiano detto ai genitori che Alfredo non si sia buttato, ma che sia scivolato fuori al balcone mentre gettava un cartone. Un’ipotesi questa che sia il padre che la madre rigettano completamente. Sicuri che il figlio abbia agito volontariamente e non si sia trattato di un incidente.
Ricostruire questi aspetti è compito della Polizia di Stato di Acerra intervenuta nella casa famiglia dopo il tragico evento. Invece per quanto riguarda il come Alfredo sia arrivato in questa struttura, noi ci appelliamo all’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Luca Trapanese, persona squisita, perbene ed estremamente sensibile. Gli chiediamo di fare tutte le verifiche necessarie sul caso di Alfredo.