Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro voleva investire nell’economia legale, ma sapeva che con quel cognome non sarebbe stato facile.
L’ostacolo sarebbe stato aggirato grazie a Tony Colombo e Tina Rispoli, che avevano una grossa notorietà. Uno dei progetti che avrebbe visto coinvolti i tre sarebbe quello del marchio di abbigliamento “Corleone”nome che è un evidente richiamo alla mafia siciliana
La società “Corleone Clothing” ma, ritengono i magistrati, Vincenzo Di Lauro era stato socio occulto di questa operazione, in quanto co-finanziatore delle spese di stampa dei capi di abbigliamento e di altre spese di gestione.