Oltre due milioni di euro: è questo il valore complessivo dei beni sequestrati a Ciro Gallo, classe 1976, figura di spicco del clan camorristico Moccia. Il provvedimento, di natura preventiva e finalizzato alla confisca, è stato eseguito dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione della Corte di Appello del capoluogo campano, che ha accolto la richiesta della Procura Generale.
Gallo, fratello di Giuseppe Gallo e uomo di fiducia di Mariano Barbato – vertici storici del clan attivo tra Afragola e Frattamaggiore – è stato condannato in via definitiva a 9 anni di reclusione per estorsione aggravata e successivamente a 14 anni per associazione mafiosa, tentata estorsione, detenzione di esplosivi e atti di concorrenza illecita.
Le indagini patrimoniali hanno messo in luce un evidente squilibrio tra i redditi ufficialmente dichiarati dalla famiglia Gallo tra il 1996 e il 2019 e il valore degli investimenti effettuati. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, le entrate documentate risultano “palesemente incongruenti” e addirittura inferiori alle spese medie sostenute annualmente dal nucleo familiare.
Nel dettaglio, il sequestro ha riguardato 15 fabbricati e 2 terreni siti a Frattamaggiore, due autovetture intestate al condannato, alla moglie e alla figlia, nonché quote e beni riconducibili a una società di pompe funebri, la “Pace Eterna”, che Ciro Gallo gestiva direttamente e che, secondo gli investigatori, potrebbe essere stata utilizzata per operazioni di riciclaggio.