Il vulcanologo Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha recentemente sottolineato la necessità di adottare un piano di evacuazione progressiva per le aree a rischio dei Campi Flegrei. Secondo De Natale, l’attuale approccio emergenziale potrebbe non essere sufficiente a garantire la sicurezza della popolazione in caso di eventi sismici o eruttivi significativi. “L’evacuazione repentina e non programmata appare irrealizzabile ed economicamente insostenibile”, ha dichiarato De Natale, facendo riferimento ai costi elevati e alla complessità logistica di un’evacuazione massiccia. Inoltre, ha evidenziato che l’affidabilità dei metodi di previsione delle eruzioni è ancora limitata, con una probabilità di successo che si aggira intorno al 20-30%. De Natale ha suggerito di iniziare l’evacuazione dalle aree più vulnerabili, come quelle situate entro 1-1,5 km dall’area Solfatara-Agnano, dove si registrano i terremoti più forti. Queste zone, sebbene più piccole rispetto alla vasta “zona rossa” che comprende circa 550.000 abitanti, presentano un rischio maggiore di danni strutturali a causa della sismicità elevata. Inoltre, De Natale ha sottolineato l’importanza di una pianificazione a lungo termine, considerando che un’eventuale eruzione potrebbe rendere alcune aree inabitabili per decenni. Pertanto, è fondamentale avviare un processo di trasferimento progressivo della popolazione, garantendo nel contempo la resilienza del territorio e la possibilità di recupero economico e sociale. Le autorità locali e nazionali sono chiamate a considerare seriamente queste proposte, integrandole nei piani di emergenza esistenti e avviando un dialogo con la comunità per affrontare insieme le sfide legate alla gestione del rischio vulcanico nei Campi Flegrei