A pochi giorni dal grave episodio accaduto nel carcere minorile di Nisida, quando due detenuti stranieri hanno dato vita ad una violenta protesta dando fuoco alla cella, torna di nuovo al centro delle cronache l’Istituto Penale per Minorenni. A dare la notizia è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Nella serata di ieri, un altro detenuto che in mattinata si era già reso protagonista di disordini, ieri sera ha appiccato il fuoco nella sua cella del Reparto, mettendo a serio rischio l’incolumità degli altri detenuti e del Personale di Polizia Penitenziaria, tempestivamente intervenuto per spegnere l’incendio e mettere in salvo gli altri ristretti”.
Capece rivolge “un plauso agli agenti di Polizia Penitenziaria intervenuti, che hanno gestito egregiamente l’evento critico evitando sempre che accadesse il peggio. Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile: negli ultimi mesi diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori.
Il SAPPE ha chiesto, in più occasioni, ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: e la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, prevedendo che gli adulti non siano più ristretti nei penitenziari per minorenni e che il DAP assorba tutte le competenze della Giustizia minorile”.
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