Ancora aggressioni nel carcere di Carinola, nel Casertano. Lo denuncia Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Ieri mattina, un detenuto italiano si era recato presso gli uffici della Sorveglianza generale per lamentare il mal funzionamento del soffione della doccia presente nella sua cella, con ciò pretendendo di cambiarla. Alla risposta degli operatori addetti di attendere un po’, ovvero il tempo di organizzarsi con la Manutenzione interna dei fabbricati, il detenuto andava su tutte le furie, iniziando a colpire con calci il metal detector utilizzato per il controllo sulle persone, sradicandolo da terra. All’intervento di alcuni colleghi presenti, che tentavano di bloccarlo per farlo calmare, il ristretto rispondeva con altre aggressioni fisiche. Con non poca fatica e con l’intervento di altri agenti giunti sul posto si è riuscito a bloccarlo e a portarlo in una stanza dell’isolamento. Nell’operazione di contenimento un Assistente Capo coordinatore e un Sovrintendente di Polizia Penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure mediche in ospedale”. Ma non era finita qui: “Nel pomeriggio, verso le 17.00, sempre lo stesso detenuto, con la scusa di un malore, è riuscito a farsi accompagnare in infermeria e anche qui, senza motivo alcuno, scaraventava per terra l’Ispettore di sorveglianza generale e tirava un pugno alla nuca ad un altro Sovrintendente facendogli perdere i sensi per qualche minuto. Solo grazie all’intervento di altri agenti giunti subito dopo sul posto si è riusciti a bloccarlo e a riportarlo nella sua stanza. L’ispettore e il sovrintendente sono dovuti ricorrere anch’essi anche loro alle cure mediche in ospedale”. Per finire, “questa mattina, sempre lui, ha tentato di aggredire anche il comandante di Reparto che si era recato dinanzi alla sua cella per parlarci: l’uomo, all’improvviso, ha messo la mano tra le sbarre e, prendendo per la cravatta il dirigente, ha cercato di tirarlo verso il cancello. Fortunatamente, il comandante è riuscito a divincolarsi”.
“Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”, aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Quel che è accaduto a Carinola testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio, l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza che, anche in carcere, continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”, prosegue. “E’ fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale”, conclude.