La procura di Roma ha preso nuovamente in considerazione il caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa misteriosamente a Roma 40 anni fa. Il procuratore capo di Roma, Franco Lo Voi, ha avviato le indagini in seguito alla denuncia presentata dalla famiglia Orlandi al Consiglio Superiore della Magistratura e, soprattutto, in risposta alla richiesta esplicita di collaborazione avanzata dal promotore di giustizia vaticano alcune settimane fa. Poiché il raggio d’azione di Alessandro Diddi è limitato alle mura del Vaticano, e la presenza dei gendarmi non è più sufficiente per effettuare anche una sola indagine al di fuori di Porta Sant’Anna, Diddi ha deciso di condividere con Lo Voi e con il pubblico ministero responsabile del nuovo fascicolo, Stefano Luciani, ogni rapporto, informativa e documento recuperato negli angoli più nascosti degli archivi della Segreteria di Stato.
Mesi fa, il Papa e il Segretario di Stato Parolin hanno concesso l’autorizzazione al promotore di giustizia affinché potesse condurre indagini in ogni direzione, con l’obiettivo di dimostrare che il Vaticano, sotto il pontificato di Papa Bergoglio, non solo non intende coprire il caso, ma aspira addirittura a scoprire la verità. Un’impresa che sembra quasi impossibile, considerando gli anni trascorsi e i molteplici tentativi di depistaggio organizzati a tutti i livelli, con malizia o persino astuzia. L’obiettivo principale di questa indagine congiunta è quello di smontare definitivamente una dopo l’altra le piste costruite appositamente per ostacolare le indagini. Successivamente, si vedrà ciò che rimane di solido e concreto, nella speranza di avvicinarsi alla verità.
Ali Agca, i Lupi Grigi, il Fronte Anticristiano Turkesh, Marcinkus, Solidarnosc, lo IOR, la mafia, la Banda della Magliana, Calvi, il Banco Ambrosiano, la Stasi, il SISDE, i preti pedofili… e poi l’associazione con la scomparsa di Mirella Gregori, di Katy Skerl, strangolata a Grottaferrata nel 1984 con la bara successivamente trafugata dal Verano… e i mitomani, i pazzi, i sensitivi, il flauto attribuito a Emanuela che non apparteneva a lei, la tomba di De Pedis a Sant’Apollinare, le ossa del cimitero teutonico in Vaticano, innumerevoli segnalazioni, avvistamenti, continui colpi al cuore per una famiglia completamente devastata.
Ercole Orlandi è purtroppo deceduto nel 2004, mentre sua madre Maria, ormai ultranovantenne, continua a rivolgere la stessa domanda ogni volta che incontra suo figlio Pietro: “Hai trovato Emanuela?”. Questa è la prima volta in cui il Vaticano e la procura di Roma uniscono le proprie forze, con investigatori esperti che guidano sia la Gendarmeria vaticana che la Polizia giudiziaria in uno sforzo congiunto per raggiungere territori mai esplorati prima. Gli uffici giudiziari del Vaticano hanno consegnato a Piazzale Clodio numerosi sacchi pieni di documenti, e Diddi ha ottenuto da Lo Voi tutti gli atti relativi alla prima indagine condotta da Margherita Gerunda e alla seconda indagine di Giancarlo Capaldo, che si è conclusa con l’archiviazione nel 2015. Il promotore di giustizia vaticano ha dedicato molto tempo alla lettura di decine di migliaia di pagine e ha ascoltato vari testimoni dell’epoca. Successivamente, ha richiesto l’aiuto della procura di Roma. Questo lascia intendere che ha una qualche idea o ipotesi in mente. Attiva le notifiche sul Sito Web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la nostra pagina Facebook Pino Grazioli News.