Nel carcere di Secondigliano, il comandante della Polizia Penitenziaria si è distinto per il suo impegno nel contrastare le attività illecite all’interno dell’istituto. Grazie al suo operato, sono stati sequestrati numerosi telefoni cellulari, coltelli e sostanze stupefacenti, dimostrando una costante attenzione alla sicurezza e al rispetto della legge. La sua azione determinata ha portato alla denuncia di detenuti in alta sicurezza, rendendolo però una figura “scomoda” per chi vorrebbe un carcere meno controllato. Ora, però, il comandante si trova di fronte a un trasferimento improvviso, un’azione che molti ritengono orchestrata per rimuoverlo dal suo incarico. Secondo diverse fonti, le accuse contro di lui sembrano costruite ad hoc per metterlo in difficoltà e costringerlo a lasciare la struttura.
Ci appelliamo al procuratore Nicola Gratteri affinché intervenga su questa vicenda e garantisca che decisioni così importanti non siano frutto di pressioni esterne. La sicurezza e la legalità all’interno del carcere di Secondigliano devono essere priorità assolute, e chi combatte l’illegalità non deve essere isolato ma sostenuto.