«Dopo il pronunciamento dell’Alta, anzi Altissima, Corte, si apre in Italia una stagione politica di alto valore ideale, morale e istituzionale… Ma nessuno si faccia distrarre dal lavoro!». Con la consueta ironia tagliente, Vincenzo De Luca commenta il verdetto della Corte Costituzionale che boccia il terzo mandato per i presidenti di Regione, dichiarando incostituzionale la norma campana che avrebbe potuto spalancare le porte a una sua nuova candidatura nel 2025.
Nessun passo indietro, nessun tono dimesso: l’ex “sceriffo” di Salerno incassa il colpo con una punta di sarcasmo, ma non rinuncia a polemizzare. «È stata accolta una tesi strampalata che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti», ha attaccato il governatore, lasciando poco spazio all’interpretazione.
Per dare la sua versione dei fatti senza filtri, la Regione Campania ha perfino pubblicato sul proprio canale YouTube la registrazione integrale del dibattimento sulla legge regionale che, di fatto, puntava a legittimare la sua corsa per un terzo mandato consecutivo. Un atto in pieno stile De Luca: battagliero, diretto, mediaticamente centrato.
Ma non è tempo solo di dichiarazioni. Il governatore ha convocato per sabato 12 aprile, alle ore 11:00, una riunione con i capigruppo della maggioranza a Palazzo Santa Lucia. Obiettivo? Fare il punto, capire come muoversi e, soprattutto, “pensare a lavorare”, come ribadito dallo stesso De Luca.
E infatti, nel mezzo del caos politico, il presidente ha diffuso una lista di interventi e progetti regionali in corso, segnalando la volontà di lasciare un segno concreto prima della fine del mandato. Mentre sul fronte della comunicazione, il sarcasmo rimane l’arma preferita: pungente ma calibrata, sempre più utile, forse, che mille conferenze stampa.
Nel dibattito entra anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che — ben lontano dai toni del governatore — ha scelto la linea istituzionale: «Bisogna rispettare la decisione della Corte costituzionale, che fa chiarezza su una questione controversa. Le sentenze vanno rispettate. È il momento di abbassare il livello dello scontro e lavorare insieme per rispondere ai bisogni dei cittadini», ha dichiarato a SkyTg24.
Una visione più sobria, quella del primo cittadino, che però ha già smentito da tempo ogni sua intenzione di candidarsi alla presidenza della Regione. Anche se, dopo il verdetto della Consulta, lo scenario resta in movimento e le manovre dietro le quinte sembrano appena iniziate.
Nel frattempo, il governatore si gode il suo ruolo da protagonista. Magari senza terzo mandato, ma certamente non senza l’ultima parola.