Durante una movimentata udienza presso il tribunale di Napoli, un detenuto di nazionalità gambiana, affetto da problematiche psichiatriche, ha tentato la fuga aggredendo violentemente il personale di scorta del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti (T.P.) di Benevento.
L’udienza, già caratterizzata da momenti di tensione, ha visto il detenuto oltraggiare più volte la corte, nonostante le segnalazioni del capo scorta, senza che venisse preso alcun provvedimento di allontanamento dall’aula. Al termine della seduta, il detenuto ha nuovamente inveito contro la corte, rifiutando l’ordine di essere ammanettato e opponendo resistenza passiva. Il personale di scorta, dimostrando grande professionalità, ha tentato di invitarlo a rientrare nelle camere di sicurezza.
La situazione è degenerata nel momento in cui, all’apertura di un cancello di sbarramento e nel tentativo di ammanettarlo, il detenuto si è divincolato con violenza, cercando la fuga. Ha reagito con ferocia, scagliando pugni, calci e tentando persino di mordere il personale.
Grazie alla prontezza, fermezza e determinazione degli agenti operanti del Nucleo Operativo T.P. di Benevento, il tentativo di fuga è stato sventato e il soggetto è stato ammanettato e riportato nelle camere di stazionamento con l’assistenza del personale delle camere di sicurezza del tribunale.
Nonostante le ferite riportate durante il confronto, il personale di scorta ha portato a termine il proprio servizio, completando la traduzione del detenuto presso la casa circondariale di Benevento. Gli agenti coinvolti hanno dovuto fare ricorso a cure sanitarie per le ferite subite durante l’aggressione.
Orlando Scocca, Segretario Regionale Si.N.A.P.Pe per la Campania, ha dichiarato: “Ancora una volta, il personale di Polizia Penitenziaria ha dimostrato la sua preparazione e professionalità nel gestire situazioni di estrema pericolosità. Ciò che è accaduto oggi è la riprova delle difficoltà operative che ogni giorno il nostro corpo deve affrontare, soprattutto di fronte a detenuti con evidenti problematiche psichiatriche. Il coraggio e la determinazione dimostrati dagli agenti devono essere riconosciuti e sostenuti a tutti i livelli”.
Dott. Roberto Santini, Segretario Generale Si.N.A.P.Pe, ha aggiunto:
“Questo drammatico episodio evidenzia, ancora una volta, la necessità urgente di dotare il personale di Polizia Penitenziaria di strumenti di
difesa adeguati, come il taser o le flash-ball, per garantire un più alto potere d’arresto con un minore impatto lesivo per tutte le parti coinvolte. Questi strumenti non solo permetterebbero di gestire situazioni di estrema violenza con maggiore efficacia, ma ridurrebbero sensibilmente il rischio di ferite e traumi sia per gli agenti che per i detenuti. Ribadiamo quindi l’importanza di implementare tali misure, già richieste in altre sedi, affinché la sicurezza degli operatori venga finalmente considerata una priorità assoluta. Rivolgiamo un appello alle istituzioni competenti affinché intervengano con decisione, adottando misure concrete per proteggere il personale di Polizia Penitenziaria, sempre più esposto a situazioni di estrema violenza”.