Ieri vi abbiamo parlato della vicenda del detenuto che ha telefonato ai Carabinieri per chiedere aiuto dall’interno del Carcere di Poggioreale.
Una vicenda assurda e paradossale, resa ancora più surreale perché il cellulare utilizzato per chiamare il 112 era stato introdotto furtivamente. Cliccando qui potete leggere il comunicato del sindacato di Polizia Penitenziaria.
La moglie del detenuto ha contatto la nostra redazione per spiegare cosa è successo e perché il marito ha fatto questo gesto:
Mio marito aveva contro 60 detenuti del reparto milano. Non penso sia una bella cosa. Hanno minacciato lui e la sua famiglia. Non solo ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine ma lo hanno messo addirittura in isolamento.
Da una telefonata che lui fece, mi accenno solo che era da giorni che non andava d’accordo con dei detenuti. Lui più volte ha cercato di evitare, ma questa volta la “fiamma” si è accesa. Mio marito se si trova li (detenuto ndr) non è per nessun reato, ma la verità è per delle mie denunce.
Non è la prima volta che subisce minacce. Già due anni fa, lui era al padiglione torino, lo minacciarono di morte dicendogli che lui non era buono perché picchiava la moglie. Lo spostarono al padiglione milano sotto protezione, figurati i colloqui li faccio da sola senza altri detenuti.
Ora è ancora giù da solo in isolamento.
Queste sono le parole della moglie del detenuto che ha chiamato i Carabinieri dal carcere di Poggioreale. Al di là della di questa precisa questione, rende però l’idea di come sia complicata la gestione dei detenuti all’interno del penitenziario.
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