Si è concluso dopo una lunga giornata di discussioni, anche notturne, il Consiglio europeo. Tra i temi centrali, il sostegno all’Ucraina ha ricevuto un ampio consenso, nonostante l’assenza dell’Ungheria, che si è nuovamente tirata fuori. Tuttavia, sulla questione del riarmo europeo, sono emerse divergenze significative, soprattutto riguardo al finanziamento dei piani di riarmo della Commissione europea.
Il piano, noto come “Safe”, prevede un prestito di 150 miliardi di euro da parte dell’Ue, ma il resto dovrebbe essere coperto dai singoli Stati, aumentando il loro debito pubblico. Questa proposta, mentre favorisce paesi con un debito basso come Germania e Olanda, solleva preoccupazioni per paesi ad alto debito come Italia e Francia, che potrebbero trovarsi nell’impossibilità di ulteriori indebitamenti.
Il Consiglio ha anche discusso alternative, come la mobilitazione di fondi privati per l’industria della difesa, proposta caldeggiata dall’Italia. Un’altra opzione, quella di un debito comune europeo, è però osteggiata dai paesi fiscalmente più solidi. Se i singoli Stati non aderissero al piano, il progetto rischia di fallire.
La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso scetticismo sulle proposte della Commissione, dichiarando che l’Italia non ha “alcuna chiusura” sui prestiti Ue, ma che ogni scelta dovrà essere valutata attentamente. Sull’aumento del debito pubblico, Meloni ha sottolineato che si tratta di un dibattito ancora aperto. La scadenza per decidere è prevista per fine aprile, ma la premier ha suggerito di prendere più tempo per valutare tutte le opzioni.
Intanto, il presidente francese Macron ha convocato per il 27 marzo un summit a Parigi per coordinare il sostegno militare all’Ucraina. Tuttavia, non mancano le tensioni con il Regno Unito, in particolare sulla proposta di Macron di destinare fondi per l’acquisto di armi prodotte esclusivamente nell’Ue, escludendo di fatto Londra.
Nel frattempo, il dibattito europeo sul riarmo e sui finanziamenti continua, con la possibilità di un nuovo Consiglio straordinario a maggio, per arrivare al vertice Nato di giugno con una posizione più chiara.