Secondo i dati più recenti dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2024 le donne italiane percepiscono in media una pensione mensile di 1.047 euro, mentre gli uomini ricevono 1.475 euro, evidenziando un divario del 29%. Questa disparità è leggermente meno marcata nelle pensioni anticipate, dove le donne percepiscono 1.886 euro contro i 2.231 euro degli uomini.
Il divario pensionistico di genere è strettamente legato alle differenze salariali e occupazionali presenti durante la vita lavorativa. Secondo il “Rapporto Annuale 2024” dell’Istat, le donne hanno una retribuzione media giornaliera inferiore del 34,54% rispetto agli uomini nel settore privato. Queste disuguaglianze salariali si riflettono inevitabilmente sugli importi pensionistici, poiché le pensioni sono calcolate sulla base dei contributi versati durante la carriera lavorativa.
Inoltre, le interruzioni di carriera legate a responsabilità familiari e una maggiore diffusione del lavoro part-time tra le donne contribuiscono a ridurre l’ammontare dei contributi previdenziali accumulati, ampliando ulteriormente il divario pensionistico.
Per affrontare questa problematica, è fondamentale promuovere politiche che favoriscano la parità salariale, incentivino la partecipazione femminile al mercato del lavoro e supportino una distribuzione più equa delle responsabilità familiari. Solo attraverso interventi mirati sarà possibile ridurre il divario pensionistico di genere e garantire una maggiore equità nel sistema previdenziale italiano.