Durante la celebrazione del Corpus Domini, don Rito Maresca, parroco di Mortora (frazione di Piano di Sorrento), ha indossato una casula dai colori della bandiera palestinese – rosso, verde, nero e bianco – trasformando l’ordinaria liturgia in una potente testimonianza di solidarietà e denuncia. Il gesto, calibrato e non provocatorio, aveva l’intento di “invocare misericordia e perdono”, ma anche di schierarsi in difesa di chi non può difendersi .
Nel corso della messa, don Rito ha voluto riportare l’attenzione dei fedeli sulla tragedia di Gaza, con parole che hanno toccato profondamente l’assemblea:
“Mentre noi adoriamo il pane spezzato, a Gaza si spezzano corpi innocenti” .
Un richiamo diretto a non ignorare il dolore altrui, unendo riflessione spirituale a impegno civile e politico. Come ribadito dallo stesso sacerdote:
“La fede non può essere neutrale davanti alla violenza” .
Don Rito ha soffermato l’attenzione sul silenzio europeo e americano, criticando politiche che, a suo avviso, distolgono lo sguardo dalle sofferenze palestinesi:
“Israele, con la complicità attiva degli USA e il silenzio codardo di molti governi europei, esporta la guerra anche in Iran, distraendo il mondo da ciò che accade in Palestina” .
Un messaggio chiaro: la liturgia come strumento per “grido di giustizia”, non solo di preghiera.
Il gesto ha generato un acceso confronto nella comunità di Mortora. Molti fedeli hanno apprezzato il coraggio e la sensibilità del parroco, vedendolo come un esempio di “fede attiva”. Altri hanno sollevato dubbi circa la politicità di un simbolo così forte durante una funzione religiosa .
Pur nelle diverse opinioni, non si può negare che la visibilità raggiunta – attraverso social e media – ha reso la questione più vicina anche a chi abitualmente non vi presterebbe attenzione.
Don Rito Maresca ha scelto una liturgia trasformata in strumento di riflessione e una voce profetica che scuote le coscienze. Con la casula palestinese e l’omelia incisiva, ha tracciato un invito chiaro: la fede non rimanga silenziosa di fronte alle ingiustizie, ma apra spazi di pietà, consapevolezza e coraggio morale.