Le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del corpo di polizia penitenziaria intendono discostarsi dalle dichiarazioni e/o dalle “facili conclusioni” diffuse nella giornata di ieri, venerdì 21 febbraio 2025, alla stampa dal Provveditore della Regione Campania, in merito all’emergenza carcere che ha interessato – ed ancora interessa – la Casa Circondariale di Avellino. Non ci si aspettava dal massimo vertice dell’Amministrazione penitenziaria Campana –che ricordiamo dovrebbe essere tutore e garante di tutti gli operatori penitenziari – dichiarazioni che screditano l’immagine e la dignità del personale di polizia penitenziaria.Decessi e spedizioni punitive non possono di certo essere imputate al personale di polizia penitenziaria. Nè, tantomeno, alle assenze giustificate di un personale che con professionalità, nonostante le condizioni di “insicurezza” presenti nella Casa Circondariale di Avellino, ancora svolge con onore i propri compiti istituzionali. A tal proposito ci si chiede: cosa ha voluto intendere il Provveditore della Campania con la dichiarazione “con l’Asl abbiamo affrontato la questione delle malattie e dei certificati medici del personale (…) ??
Certo per troppo tempo ha governato l’anarchia! Ma questo ribadiamo non è colpa degli agenti di polizia penitenziaria; e, sicuramente i rapporti disciplinari non possono essere considerati “da insegnamento per chi deve fare il proprio lavoro”
L’insegnamento per chi deve fare il proprio lavoro parte, innnanzitutto, da competenze trasversali che non possono e non devono essere ricercate in capo ai poliziotti! Partono dalla suddivisisone degli incarichi e dalla esigibilità delle prestazioni ed il datore di lavoro deve accertarsi dell’effettiva esigibilità del comportamento preteso!!! Pertanto, il lavoratore non può essere ritenuto responsabile se non viene posto nelle
condizioni di poter adempiere correttamente alla propria prestazione in relazione a circostanze esterne allo stesso e non a lui direttamente imputabili. Se il datore di lavoro assegna al lavoratore delle mansioni di difficile realizzazione che risultano sproporzionate non solo rispetto alle capacità del lavoratore ma anche rispetto ai mezzi a disposizione dello stesso, il dipendente non può essere la vittima sacrificale!!! Al riguardo, vogliamo sottolineare che parte di quelle contestazioni disciplinari sono state avanzate per fatti accaduti alla fine del mese di luglio del 2024 quando a svolgere un singolo turno di servizio vi erano solo due o tre unità in tutto l’intero istituto.
Per cui, tanto per entrare nel concreto, un solo agente aveva la gestione, nella migliore delle ipotesi, dei detenuti AS – dei detenuti comuni e di quelli posti in isolamento!!!!!!!
Non vi è chi non veda a fronte di tale carico di lavoro l’inesigibilità della prestazione!!!
Senza tralasciare, inoltre, il numero di detenuti per ordine e sicurezza trasferiti presso
la Casa Circondariale di Avellino che fece aumentare vertiginosamente la popolazione
detenuta a più di 600 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 507 detenuti.
Insomma, confusione, disordine disorganizzazione! Questa si può definire anarchia! Auspichiamo pertanto che i numerosi rapporti disciplinari contestati al personale di polizia penitenziaria che con dedizione assoluta in questo contesto ha svolto il proprio dovere vengano rivisti.
La dignità e la professionalità del personale di polizia penitenziaria va rispettata!