Una ricostruzione dettagliata della faida di Pianura emerge dalle dichiarazioni di Domenico Di Napoli, passato dalla parte dello Stato dopo essere stato arrestato per l’omicidio di Gennaro Ramondino. Con le sue confessioni, Di Napoli ha tracciato una mappa precisa dei rapporti interni al clan Esposito-Calone-Marsicano e delle dinamiche criminali che hanno segnato gli ultimi mesi di scontri nella periferia occidentale di Napoli.
Tra i nomi citati spiccano quelli dei capi Emanuele Marsicano e Carlo Esposito, oltre a figure come Carlo Pulicati. Di Napoli ha rivelato che Pulicati, già dal 2020, gestiva estorsioni e piazze di spaccio per il clan, partecipando anche a diverse “stese” (raid armati) contro gruppi rivali, come quella nei confronti di Umberto Loffredo, ex alleato passato sotto il controllo di Maurizio Legnante.
Un episodio particolarmente singolare raccontato da Di Napoli riguarda Pulicati che, durante una sparatoria, si sarebbe accidentalmente ferito al volto. L’incidente sarebbe avvenuto in una delle piazze di spaccio del clan, situata in via Comunale Napoli.
Negli ultimi mesi, nonostante fosse agli arresti domiciliari, Pulicati avrebbe continuato a esercitare pressioni sulle piazze di spaccio locali, avanzando richieste estorsive anche durante la sua detenzione. In un’occasione, Di Napoli ha raccontato di essere stato contattato dal gestore di una piazza per discutere una richiesta economica avanzata da Pulicati.
Le dichiarazioni di Di Napoli non solo forniscono un quadro dettagliato delle rivalità interne al clan, ma evidenziano anche il clima di tensione e instabilità generato dai continui tradimenti, diverbi e conflitti economici.
Le indagini proseguono, mentre le testimonianze dell’ex affiliato diventano un tassello cruciale per ricostruire le dinamiche del potere camorristico a Pianura e per mettere sotto scacco i responsabili della recente escalation di violenza.