Dopo la seconda notte in carcere, il giovane si prepara all’interrogatorio di garanzia previsto per domani alle 10 Dopo la seconda notte in carcere a Verona, Filippo Turetta attende la visita del suo avvocato Giovanni Caruso per preparare l’interrogatorio di garanzia che si terrà domani alle 10. Sabato, come aveva spiegato il legale, c’è stato un incontro “conoscitivo” tra i due, senza entrare nel merito delle accuse di aver sequestrato e ucciso Giulia Cecchettin.
L’incontro è fissato nel pomeriggio. “In mattinata, estrarrò copia del fascicolo processuale del procedimento a carico di Filippo Turetta – ha fatto sapere il legale, Giovanni Caruso ai media – Solo dopo potrò confrontarmi con il cliente per le scelte conseguenti in vista dell’interrogatorio di domani”.
Oggi Caruso e Turetta discuteranno sulla strategia da adottare: rispondere alle domande della gip Benedetta Vitolo, avvalersi della facoltà di non rispondere o rendere dichiarazioni spontanee. È verosimile che, per la prima volta, Turetta sia chiamato a raccontare la sua versione dei fatti al docente universitario e avvocato scelto dalla famiglia per accompagnarlo in una difesa che si prospetta molto complicata.
Nell’interrogatorio di garanzia a Turetta potrebbero essere contestati dalla Procura anche elementi emersi dopo l’ordinanza cautelare del 20 novembre. A quanto viene spiegato da una fonte qualificata “il capo d’imputazione è fluido”, non cristallizzato alle accuse di sequestro di persona e omicidio aggravato dal vincolo affettivo tra il ragazzo e Giulia Cecchettin.
Dunque, sempre che Turetta non opti per la facoltà di non rispondere o per rendere dichiarazioni spontanee, il pm Andrea Petroni, dopo che il gip avrà esaurito le sue domande, potrebbe incalzare l’indagato con quesiti attinenti alle novità investigative.
Tra queste, il coltello, i 300 euro e il guanto trovati nella Grande Punto nera del ragazzo che potrebbero portare a contestare l’aggravante della premeditazione assieme ad altri elementi affiorati con gli accertamenti più recenti, tra cui l’acquisto di un nastro adesivo alcuni giorni prima dei fatti che sarebbe stato usato per ‘zittire’ Giulia durante l’aggressione.
Al momento il capo d’imputazione non contiene l’aggravante della premeditazione. Negli interrogatori di garanzia è prassi che, dopo le domande del giudice, anche la Procura e la difesa possano porre le loro.
Dopo l’interrogatorio, domani e anche nei prossimi giorni, l’avvocato Giovanni Caruso potrebbe presentare delle istanze, tra cui quella per avere i domiciliari o per sollecitare una perizia psichiatrica con la formula dell’incidente probatorio